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Aerial view of a busy international port with cranes and colourful containers at sunrise, symbolising global logistics and Atlante’s end-to-end supply chain model.

Controllo, previsione, trasparenza. Il modello Atlante per la supply chain

Per un’azienda attiva da oltre trent’anni nella distribuzione di prodotti alimentari internazionali, la supply chain ha un valore strategico. Non è solo logistica, ma un sistema che tiene insieme sourcing globale, normative in evoluzione e continuità del servizio ai clienti.

La visione di Atlante nasce da un modello end to end che unisce tutte le fasi della filiera, dal produttore fino alla distribuzione. «Il nostro modello di business si fonda su due cardini» spiega Ian Perotto, Supply Chain Director di Atlante. «Da un lato il sourcing, la capacità di procurare prodotti alimentari in qualunque parte del mondo. Dall’altro la supply chain, che gestisce il movimento delle merci, la previsione dei volumi e la distribuzione. La nostra è una visione integrata che include produttori, fornitori, spedizionieri e aziende di trasporto su diverse modalità, ad eccezione del cargo aereo.»

Le merci arrivano nei magazzini Atlante e vengono stoccate secondo parametri di temperatura controllata – ambient, fresco e gelo – fino alla distribuzione finale. Un modello che consente di garantire tracciabilità, sicurezza e qualità dei prodotti lungo tutto il percorso.

I contenuti di questa intervista, pubblicata da EFA News, approfondiscono la prospettiva di Ian Perotto sulle sfide e sulle opportunità di una supply chain globale nel mondo food.

Un equilibrio tra rischio e previsione

Gestire una supply chain internazionale significa confrontarsi ogni giorno con fattori esterni che possono compromettere la disponibilità o la puntualità delle forniture. Le principali criticità riguardano la disponibilità delle materie prime, influenzata da eventi climatici o crisi improvvise, e le disruption logistiche come la chiusura del Canale di Suez, la siccità di Panama o la congestione dei porti.

In questo contesto il livello di servizio rimane la priorità. Atlante monitora costantemente l’indicatore OTIF (On Time In Full), che misura la capacità di evadere gli ordini in modo completo e puntuale. «Il livello di servizio è il miglior strumento di vendita che possiamo avere» sottolinea Perotto. «Rappresenta credibilità e affidabilità. Oggi siamo tra il 90 e il 93 per cento, con margini di miglioramento che dipendono molto dalla condivisione dei dati con i clienti. Per fornire meglio un cliente, abbiamo bisogno che lui ci aiuti a fornirlo meglio.»

Compliance e nuove sfide normative

Oltre alle variabili logistiche, la supply chain alimentare deve rispondere a un quadro normativo in rapida evoluzione. La direttiva europea EUDR, che impone la tracciabilità delle materie prime legate a deforestazione e sostenibilità, avrà un impatto significativo su produttori, distributori e clienti.

«È uno sforzo necessario per proteggere il pianeta» osserva Perotto «ma estremamente oneroso per tutti gli attori coinvolti, anche perché richiede sistemi di monitoraggio e documentazione complessi. Si parla già di un possibile rinvio dell’entrata in vigore, ma l’obiettivo resta quello di essere completamente compliant e rispettosi della legislazione.»

Per Atlante essere pronti significa non solo adeguarsi alle regole ma garantire un approccio operativo capace di integrare tracciabilità, sostenibilità e solidità dei flussi. La normativa diventa così uno strumento di trasparenza e presidio di filiera.

Tra dazi e dinamiche globali

Negli ultimi anni la supply chain alimentare ha dovuto adattarsi anche a politiche commerciali e dazi imposti a livello internazionale, con effetti diretti sulla domanda e sui costi di trasporto. «Ci sono stati momenti di forte speculazione» racconta Perotto «con picchi di domanda dovuti all’accumulo preventivo di stock. Oggi vediamo il fenomeno opposto, con costi dei container ai minimi storici, in alcuni casi perfino negativi.»

Nel settore food, a differenza di altri comparti manifatturieri, lo spostamento della produzione da un Paese all’altro è complesso. Le materie prime non possono essere ricollocate. Per questo le tensioni sui dazi e sulle politiche di scambio hanno un impatto diretto sul prezzo finale dei prodotti e, di conseguenza, sul consumatore.

Conoscenza e prevenzione come strumenti di continuità

La conoscenza è una forma di prevenzione. «Atlante non si limita a gestire la logistica» conclude Perotto «ma investe nella comunicazione verso i clienti. Newsletter, aggiornamenti e materiali informativi permettono di anticipare i rischi e affrontare meglio i cambiamenti. Conoscere quello che potrà accadere è di beneficio per entrambi.»

La supply chain è una leva strategica. Misura la capacità di un’azienda di restare solida, reattiva e affidabile in un mercato che cambia ogni giorno.